L'eredità germanica

translation_articles_icon

ProZ.com Translation Article Knowledgebase

Articles about translation and interpreting
Article Categories
Search Articles


Advanced Search
About the Articles Knowledgebase
ProZ.com has created this section with the goals of:

Further enabling knowledge sharing among professionals
Providing resources for the education of clients and translators
Offering an additional channel for promotion of ProZ.com members (as authors)

We invite your participation and feedback concerning this new resource.

More info and discussion >

Article Options
Your Favorite Articles
Recommended Articles
  1. ProZ.com overview and action plan (#1 of 8): Sourcing (ie. jobs / directory)
  2. Réalité de la traduction automatique en 2014
  3. Getting the most out of ProZ.com: A guide for translators and interpreters
  4. Does Juliet's Rose, by Any Other Name, Smell as Sweet?
  5. The difference between editing and proofreading
No recommended articles found.

 »  Articles Overview  »  Language Specific  »  Italian  »  L'eredità germanica

L'eredità germanica

By Maria Antonietta Ricagno | Published  11/12/2011 | Italian | Recommendation:RateSecARateSecARateSecARateSecARateSecI
Contact the author
Quicklink: http://gai.proz.com/doc/3425
Innanzitutto, chi erano e dove vivevano i Germani? In realtà, il termine Germani indica una varietà di tribù affini tra loro, ma con tratti peculiari. In linea generale, i Germani erano stanziati nella zona corrispondente all'odierna Svezia e Norvegia meridionali, Danimarca e Germania settentrionali, dove hanno elaborato un tipo di civiltà diversa da tutte quelle del mondo indoeuropeo. All'epoca in cui risalgono le prime testimonianze storiche di questi popoli, essi sono già divisi in vari gruppi e si sono spostati dalle zone di origine.
Il nome Germani inizialmente indicava la popolazione che per prima era penetrata in territorio celtico, come ci testimonia Tacito, mentre attualmente la denominazione è stata estesa a tutte le popolazioni germaniche. L'etimologia del nome è incerta, coesistono varie ipotesi, tuttavia nessuna è abbastanza convincente. Di questi popoli ci parlano varie fonti storiche, tra cui Strabone (Geografia, 18 d.C.), Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, 77 d.C.), Giulio Cesare (De bello gallico, 52 a.C.). Tuttavia, la fonte più preziosa è la Germania (98 d.C.) di Tacito, le cui informazioni sono attendibili in quanto basate su notizie giunte attraverso persone che furono effettivamente a diretto contatto con i Germani.
Nel corso del tempo, i Germani vennero in contatto con Celti, Italici, Finni, Slavi, Latini e Greci e con ognuno di questi popoli stabilirono dei rapporti, ora caratterizzati dall'ammirazione (consideravano ad esempio i Celti e i Latini come dei modelli), ora dall'egemonia (ad esempio nei confronti di Finni e Slavi, che dei Germani subirono l'influenza).
Naturalmente, i rapporti dei Germani con gli altri popoli hanno avuto delle ripercussioni a livello linguistico, come ci provano ad esempio termini quali:
• ted. mod. Rhein < a.t.a. Rīn < celt. Reinos • ted. mod. Coblenz < lat. Confluentes
In italiano, abbiamo diverse testimonianze del passaggio dei Germani, in particolare degli Ostrogoti, dei Longobardi e dei Franchi.
Gli Ostrogoti hanno avuto la tendenza ad assimilare la cultura latina, caratteristica questa comune agli altri Germani orientali, pertanto il loro influsso linguistico si limita alla sfera della vita quotidiana e ad alcune parole militari, oltre che alcuni toponimi come S. Agata dei Goti, Sesto Godano, Goito:
• albergo < hari-bairg = rifugio dell'esercito • aringo < hari-riggs = circolo dell'esercito
Altri esempi sono: naspo, rocca, spola, fiasco, scarpa, tasca, spia, corredare, toppa, elmo, bando e sbronza (che denota una caratteristica degli Ostrogoti che ancora stupiva i Romani nel IV - V sec.)
Una traccia più profonda nell'italiano è stata lasciata dai Longobardi, che, a differenza degli Ostrogoti, non assimilarono subito la cultura latina, mantenendo i loro costumi. Nei toponimi, è evidente l'influsso longobardo in nomi come Fara Sabina, Fara Novarese, Gualdo Tadino, Sala Consilina e nello stesso nome della regione Lombardia.
In linea di massima, le parole importate dai Longobardi sono denotate dalla presenza di affricate sorde (z, zz) e derivati da affricate sorde (ff, cc):
• zolla, arraffare, strofinare, stropicciare, chiazzare, scherzare, ricco, sterzare, fazzoletto, briccone, zanna.
Tuttavia, questa regola non è sempre valida, in quanto non tutte le parole importate dal longobardo presentano la II Rotazione consonantica(1):
• balcone, balla, banca che derivano dal franco
Le parole importate dal longobardo investono varie sfere, da quella giuridica, a quella militare, alla vita quotidiana e alle denominazioni delle parti del corpo e a quelle relative alla vita sociale e al comportamento:
• faida, fio, manigoldo
• strale, spalto, spiedo (che in origine era un'arma), sguattero (= guardia)
• stucco, spranga, trogolo, greppia, scranna, scaffale, sala, stamberga (< stainaberga = casa
di pietra)
• schiena, nocca, milza, anca, stinco, ciuffo, zazzera, sberleffo, grinfia, guancia trincare, • bisticciare, graffiare, schernire, scherzare, stuzzicare, spaccare.
Per quanto riguarda i Franchi, l'italiano è ricchissimo di parole di derivazione franca. Tuttavia, non sempre è possibile stabilire con sicurezza quali siano in quanto all'arrivo dei Franchi in Italia, essi avevano già subito un tale grado di romanizzazione da rendere ardua la distinzione tra parole franche e francesi.
Tra le parole che sicuramente derivano dal franco, vi sono:
• guerra, dardo, galoppare, guardare, tregua, usbergo, bosco, cotta, guanto, feltro, abbandonare, guiderdone, grattare, ardire, orgoglio.
È interessante notare come quasi tutto il lessico importato dai Germani in italiano denoti accezioni negative di uno stesso termine già esistente. In effetti, quando i Germani giunsero in Italia, la lingua autoctona aveva già fatto fronte a tutte le necessità di comunicazione, e non vi era una reale necessità di importare altre parole per definire gli stessi oggetti o concetti. Pertanto, molti di tali prestiti sono dei doppioni, che servono a sottolineare il lato negativo di determinati comportamenti dei Germani. Così, a bere si affianca trincare, a bagnarsi si affianca sguazzare e così via.
Lo stesso vale per tutta una serie di aggettivi italiani formati sulla base di suffissi derivati dal germanico e con lo stesso carattere negativo:
- esco > temporalesco, animalesco, militaresco - ingo > guardingo, casalingo, solingo - ardo > beffardo, bugiardo, infingardo

Occorre tuttavia notare come i Romani non vedessero i Germani totalmente in senso negativo, ma riconoscevano loro alcuni lati positivi:
• schietto, baldo, franco
Alcuni fenomeni dell'italiano come la dittongazione, tipica dell'a.t.a. (es. it. nuovo < novus; it. piede < pedem) e la metafonia, tipica del germanico in genere.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(1) La II Rotazione consonantica è caratteristica dell'Alto tedesco e risale al 500 d.C. È un fenomeno che attiene al consonantismo e alle mutazioni subite dal germanico rispetto all'indoeuropeo. Rispetto alla I Rotazione consonantica, la II Rotazione ha carattere essenzialmente meridionale ed è attestata in modo incompleto. La I Rotazione rappresenta la prima fase del passaggio dall'indoeuropeo al germanico, mentre la II Rotazione è un suo sviluppo, in quanto si realizza in ambiente germanico. Per sintetizzare, la II Rotazione consonantica comporta il seguente slittamento:
- occlusiva sorda germ. > affricata - fricativa a.t.a.
- fricativa sorda germ. > occlusiva sonora a.t.a.
- occlusiva sonora germ. > occlusiva sorda a.t.a.


Copyright © ProZ.com and the author, 1999-2024. All rights reserved.
Comments on this article

Knowledgebase Contributions Related to this Article
  • No contributions found.
     
Want to contribute to the article knowledgebase? Join ProZ.com.


Articles are copyright © ProZ.com, 1999-2024, except where otherwise indicated. All rights reserved.
Content may not be republished without the consent of ProZ.com.