Database e narrativizzazione post-moderna: l'importante è costruire delle storie

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Database e narrativizzazione post-moderna: l'importante è costruire delle storie

By Susanna Martoni | Published  01/8/2021 | Italian | Not yet recommended
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Quicklink: http://gai.proz.com/doc/4748
Author:
Susanna Martoni
Italy
Spanish to Italian translator
Ballraíocht glactha: Dec 15, 2009
 
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Poiché tutto parte da una parola, oggi qualsiasi parola pensata, immaginata e scritta o disegnata finisce nel serbatoio informatico del database, la base di dati che tutto prevede e nulla tralascia. Si pensi a una parola qualsiasi, e questa sarà presente: catturata in un forum, articolo, pagina di dizionario, deformata con funzioni di traduzione automatica, mischiata a contesti probabili e improbabili. Quel che è certo, è che la parola sarà disponibile in Rete. Il deposito della conoscenza passata si sposta dalla mente dell'uomo agli archivi e alle biblioteche e, in epoca moderna, ai data base. La mediasfera ha cambiato e sta cambiando la narrazione. Oltre all'evanescenza, temporaneità e frammentazione di testi e discorsi date dalle caratteristiche strutturali dell'ambiente informatico occorre introdurre e affiancare il concetto di interpretazione. La ricerca di un termine tramite un motore di ricerca in Rete è legata a una infinita serie di collegamenti (hyperlink) facilmente e immediatamente consultabili. Tale consultazione ha come risultato un'interpretazione finale dell'utente, data dalla sintesi dei significati attribuiti alle diverse soluzioni. A ciò vanno aggiunti i contributi di altri utenti (forum di discussione, interventi a più riprese, presenza di moderatori): la sussistenza del Web, come è noto, si basa spesso sulla sussistenza degli interventi di altri, esperti, meno esperti o per nulla esperti. Ecco perché nella mediasfera il concetto di lingua e struttura non può prescindere dall'interpretazione. I processi comunicativi così formati passano da verticali (quando il destinatario aveva un ruolo prevalentemente passivo) a orizzontali, dove il destinatario, che in una società ultra-tecnicizzata amiamo definire utente, è diventato partecipativo.
Secondo Ugo Volli le tecnologie possono essere usate per mezzi broadcasting dove gli emittenti sono pochi (al limite anche solo uno), i riceventi molti e la comunicazione è formalizzata in generi o palinsesti oppure per mezzi networking dove il ricevente è anche un emittente. "Si può dire che in generale la comunicazione a network non è solo primaria, ma rappresenta una tendenza, anzi una richiesta, sempre presente nel sistema dei media e particolarmente oggi, tanto da integrarsi anche - in maniera più o meno simbolica o efficace - nei sistemi a broadcast". La natura non sequenziale dell'archivio mediale consente di accedere al testo da molti punti di vista, anche spaziali. Il fenomeno Wikipedia esemplifica un interessante aspetto di narratività ai tempi del Web (per dirla con le parole di Aime e Cossetta: uno dei fenomeni più eclatanti della Rete negli ultimi anni). Nata nel 2001 come enciclopedia multimediale, si basa fondamentalmente sulla partecipazione degli utenti. Alla sua stesura può infatti contribuire chiunque grazie al sistema di modifica e correzione aperto (piattaforma wiki). Una grande comunità di persone (notare come la denominazione Community abbia invaso il senso mediale, almeno quanto quella di utente) riunite nel nome di questa risorsa: narratori per lo più eterodiegetici protagonisti di discorsi narrativizzati che vendono allontanare la storia dal racconto. Un solido punto di riferimento per studenti e per chiunque cerchi una qualsiasi informazione. Una manna per qualsiasi traduttore con duecentosessantasette lingue e dialetti a cui l'algoritmo di Google rimanda ogni qual volta viene digitata una parola nel motore di ricerca. L'iniziativa rappresenta un fenomeno esplosivo e di semplice concezione che oramai non è più soltanto una enciclopedia, bensì una piattaforma in cui convergono nuovi dizionari, manuali, citazioni, documenti digitalizzati (locandine di film, loghi aziendali, foto storiche, documentari) in un continuo remix fatto di rimandi e ipertesti all'insegna della cross-medialità. Un vortice di parole e definizioni dove non c'è spazio per le ellissi o per la suspense, perché ogni spazio anche vagamente ritenuto sospeso deve essere riempito con qualcosa, un filmato, un mp3, un pdf. L'importante è costruire delle storie.
Diventa una questione di frame, cioè di cornici, di come si usano le espressioni che incorniciano il mondo e fanno vedere le cose in un certo modo: ne sono un esempio espressioni come missili intelligenti, esportazione della democrazia, immigrati illegali. Il frame, in breve, è lo schema concettuale che utilizziamo per organizzare l'esperienza. È una struttura centrale per la comprensione di qualsiasi forma di comunicazione. Attraverso il frame, le metafore e le narrazioni culturali si crea nella nostra mente un canale privilegiato di lettura e comprensione degli avvenimenti tale da influenzare l'intera nostra percezione della realtà, degli scambi informativi.




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